20x25 GBR
Note dell'autore
Grecia Bulgaria Romania, un viaggio itinerante e libero alla ricerca dei propri paesaggi e mentre guidavo riflettevo:
Siamo abituati a intendere la fotografia analogica come rappresentazione delle realtà e penso sinceramente che sia così. Nella fotografia analogica la pellicola è il testimone fisico del famoso “magico momento dello scatto” ma quando poi viene trasferita su file e corretta e poi riprodotta su carta o duplicata ci si avvicina al concetto di immagine fine a se stessa e non più testimone della “realtà”.
La mia intenzione progettuale è offrire allo spettatore l’esperienza diretta della pellicola come oggetto originale che ha viaggiato, che è stata fisicamente sul luogo dello scatto e di fronte alla scena, che diventa un oggetto unico e irriproducibile.
L’esperienza del lentino che si può usare per scoprire i particolari della dispositiva 20×25 vuole riaprire la possibilità di una non fissità dell’immagine, punto centrale del mio progetto.
Con questo lavoro affronto il tema della vitalità di un’immagine, cioè la possibilità di continuare a rivelare e a sorprendere tramite la sublime profondità e qualità della pellicola. Quest’azione dilata il tempo, non chiude l’immagine nel passato ma la riapre ogni volta che rivela qualcosa di nuovo.
A mio avviso questo lavoro rappresenta la testimonianza più intensa, più alta e poetica del linguaggio fotografico, é ciò che più ti trasporta a quel “magico momento”.
Greece Bulgaria Romania, an unfettered and itinerant journey in search of landscapes of my own choosing and as I drove I reflected:
We are used to seeing analogue photography as a depiction of reality, which I sincerely think it is. In analogue photography, film bears physical witness to the famous “magic moment of the shot”, but as soon as it is transferred into a file and corrected and then reproduced on paper or duplicated, we are confronted by the concept of an image as an end in itself and no longer as the mere witness to “reality”.
My design intention is to enable the viewer to experience film directly, as a unique object that has physically travelled and been on location in front of the scene, thus becoming a unique and irreproducible object.
The experience of using a magnifying glass to reveal the details of the 20×25 image is intended to reopen the potential of the non-fixity of the image, the focal point of my project.
In this work I tackle the theme of vitality in an image, that is, the continuous possibility of revelation and surprise in the sublime depth and quality of film. This activity dilates time. It does not trap the image in the past, but reopens it every time something new is revealed.
In my opinion, this work represents the highest, most intense and poetic testimony of the language of photography, it is the means of transport to that “magic moment”.
Mia Fair 2013, Milano