Spazio x Tempo

Note dell'autore

Le fotografie sono quadrate in ragione della scelta di equidistanza tra sopra-sotto e destra-sinistra; pur essendo una scelta precisa penso sia il formato meno interpretativo e di conseguenza più equilibrato per un progetto orientato alla spazialità dei paesaggi naturali.
La composizione fotografica cerca di tenere conto delle porzioni di spazio, aree, dedicate alla terra e in egual misura al cielo, soggetto non meno importante.
Sono partito dal desiderio creare una continuità tra un’immagine e la sua successiva facendo coincidere il punto di contatto tra terra e cielo tra le varie immagini.
L’obiettivo era realizzare una corretta sequenza affinchè si creasse una continuità immaginaria della linea dell’orizzonte malgrado la diversità dei luoghi rappresentati ed è per questo, inoltre, che mi sono concentrato per realizzare le immagini sempre nelle stesse ore del giorno.
Solo successivamente ho compreso che la sequenza delle fotografie richiedeva una parete troppo lunga facendo perdere il senso di ciò che cercavo.
Seguendo l’intuizione che l’Orizzonte è una linea curva, ho piegato il vuoto tra un’immagine e la sua successiva, creando dei cerchi o micro mondi fatti dai miei paesaggi.
Ho rinunciato volentieri alla singolarità dell’immagine in favore della restituzione dell’idea progettuale: Spazio x Tempo.

These photographs are square by reason of choosing to have equidistance between top-bottom and right-left; in spite of being a conscious decision, I think it is the least interpretative format and consequently the most balanced for a project dealing with the spatiality of natural landscapes.
Photographic composition tries to take into account the sections of space, areas, dedicated to the earth and in equal measure to the sky; a subject of no less importance.
I set out with the desire to create continuity between one image and the next, by aligning the point of contact between earth and sky between successive images.
The aim was to compose a precise sequence in order to create an imaginary continuity of the horizon despite the many different places represented, which is also why I made a point of always taking the images at the same time of day.
It was only later that I realised that the sequence of photographs required too long a wall, thereby losing the sense of what I was attempting to pursue.
Following the intuition that the Horizon is a curved line, I bent the gap between one image and the next, creating circles or micro-worlds made up of my landscapes.
I willingly renounced the singularity of the image in favour of the rendering of the idea: Space x Time.

Galleria Carlotta Testori, Milano