Gli alberi della memoria
Note dell'autore
Sono sempre stato attratto dal rapporto che l’albero crea con l’ambiente e con l’osservatore.
Molteplici e complesse sono le ragioni per le quali un albero prende una forma oppure un’altra; quello che mi sorprende è il riuscire a cogliere tale forma con l’intuire.
I frattali e i fluidi si ritrovano in molti aspetti della natura, noi stessi portiamo i segni di questa eredità e sperimentiamo interiormente tali principi senza saperlo. Osservare gli alberi significa, prima di tutto, ri-trovarli nella propria sensibilità.
L’albero è come una sinfonia che nasce dall’accordo di tutti gli elementi che la natura orchestra sapientemente e quando assorbe l’acqua, viene illuminato dal sole, nutrito dalla terra, mosso dalla brezza dell’aria, si trasforma in un serbatoio di energia.
E’ esattamente per questo che stare di fronte alla maestosità degli alberi le cui fronde si stirano verso la luce e le radici sprofondano verso l’oscurità della terra, è benefico e terapeutico: essi custodiscono le valenze sacrali della natura e sono nutrimento della vita biologica e spirituale.
L’albero attraverso le sua presenza, semplice e potente ci riconduce a noi stessi.
Si respira, si dimentica. E si perdona.
Le fotografie sono state scattate con pellicole 10×12 negative bianco e nero (Tmax100). Dopo ogni scatto realizzato ho riportato con degli acquarelli i colori percepiti in quella situazione.
I have always been fascinated by the relationship the form of a tree has with its environment and the observer.
There are many complex reasons why a tree takes one shape or another. What surprises me is being able to sense that form by intuition.
Fractals and fluids can be found throughout nature. We ourselves bear signs of this heritage, experiencing these principles inwardly without knowing. From the outset, observing trees means re-discovering them through our own sensory sensitivity.
A tree is like a symphony which is born in accordance with all the elements that nature deftly orchestrates. When it is watered, illuminated by the sun, nourished by the earth, swayed by the breeze, it becomes a reservoir of energy.
It is precisely for this reason, that standing before the majesty of trees, whose branches reach out to the light and whose roots sink beneath the darkness of the earth, is beneficial and therapeutic: they guard the sacred values of nature and nourish biological and spiritual life.
Through its simple and powerful presence, a tree brings us back to ourselves.
We breathe, we forget and we forgive.
The photographs were taken with 10×12 negative black and white film (Tmax100). After each shot, I used watercolours to reproduce the colours perceived in that situation.